Pablo Picasso
- Stefanini Arte

- 25 mag
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Aggiornamento: 3 giu

Pablo Ruiz Picasso (Malaga, 25 ottobre 1881 – Mougins, 8 aprile 1973) è universalmente riconosciuto come una delle figure più seminali e influenti dell'arte del XX secolo. Nato da Maria Picasso e José Ruiz Blasco, un insegnante di disegno e curatore del Museo di Malaga, fu proprio il padre a intuire e incoraggiare il precoce talento artistico del giovane Pablo.
Nel 1891, la famiglia Ruiz-Picasso si trasferì a La Coruña, e dal 1895 Pablo visse tra Madrid e Barcellona, immergendosi nel fervore culturale catalano. Frequentò assiduamente la taverna "Els Quatre Gats" a Barcellona, un vivace punto di ritrovo per l'avanguardia artistica e letteraria spagnola, dove entrò in contatto con le nuove idee e i protagonisti del rinnovamento culturale. Nel 1900, in un gesto di affermazione della propria identità artistica, decise di adottare il cognome materno, Picasso, che sarebbe diventato sinonimo di rivoluzione nell'arte. Nello stesso periodo, iniziarono i suoi fondamentali soggiorni a Parigi, la capitale artistica del mondo, dove conobbe il poeta Max Jacob e l'influente mercante Ambroise Vollard, figure chiave per la sua precoce carriera.
La sua prima fase pittorica fu profondamente segnata dalle difficili condizioni di vita che sperimentò. Il suo tratto risentiva dell'austero realismo di maestri spagnoli come Zurbaràn e del primo Velázquez, e i suoi soggetti prediletti erano figure emarginate, rappresentando la sofferenza e la miseria degli ambienti poveri e disagiati. L'incontro con l'opera di artisti come Van Gogh, Toulouse-Lautrec e Théophile Steinlen lo spinse verso una nuova tavolozza cromatica, dando vita a una serie di lavori dai toni cupi e malinconici, universalmente noti come il "periodo blu".
Nel 1904, Picasso si trasferì definitivamente a Parigi, stabilendosi nel leggendario atelier del Bateau-Lavoir, un crogiolo di talenti e sperimentazioni artistiche. I suoi studi sul mondo del circo e sui suoi pittoreschi abitanti – saltimbanchi, arlecchini, clown ed equilibristi – segnarono una transizione dalla disperazione fin-de-siècle del periodo blu verso immagini più liriche e malinconiche, caratterizzando il cosiddetto "periodo rosa". In questa fase, la sua tavolozza, pur mantenendo una tendenza al monocromo, si arricchì di tonalità più calde e delicate. Anche la sua fortuna come artista iniziò a mutare: conobbe importanti mecenati e collezionisti come Gertrude e Leo Stein, il visionario collezionista russo Sergej Ščukin, e figure intellettuali di spicco come Guillaume Apollinaire e André Salmon, che divennero suoi ferventi sostenitori.
A questa fase seguì un periodo di intensa riflessione sulla pittura di Paul Cézanne, unita alle suggestioni dell'arte iberica arcaica scoperta a Gósol e alle stimolanti visite alle collezioni etnografiche del Trocadéro di Parigi. In questa fertile temperie culturale, nel 1907 nacque "Les Demoiselles d'Avignon", unanimemente considerato lo chef-d'œuvre che inaugurò l'arte del primo Novecento, definito dallo storico dell'arte Alfred H. Barr Jr. come "un laboratorio, un campo di battaglia di processi ed esperimenti". Successivamente, la stretta collaborazione con il pittore Georges Braque, la partecipazione intellettuale del poeta Guillaume Apollinaire e il sostegno lungimirante del mercante Daniel-Henry Kahnweiler segnarono la progressiva maturazione del rivoluzionario linguaggio cubista. Alla prima fase, analitica e quasi monocroma, subentrò il cubismo sintetico, attraverso il quale l'artista mirava a una ricostruzione concettuale dell'oggetto attraverso la frammentazione e la ricomposizione delle sue forme essenziali.
Durante la Prima Guerra Mondiale, Picasso rimase a Parigi, continuando la sua instancabile ricerca artistica. Nel 1916, conobbe Jean Cocteau, che lo coinvolse nella creazione di scenografie e costumi per il balletto "Parade", con musiche di Erik Satie. In questo periodo, Picasso produsse una serie di disegni che richiamavano lo stile di Jean-Auguste-Dominique Ingres, rinnovando il suo interesse per le linee sinuose del corpo umano, un ritorno alla figura ravvivato anche da un significativo viaggio tra Roma e Firenze, dove studiò i maestri del Rinascimento. L'esperienza della scomposizione cubista coesistette con questa nuova fase neoclassica, testimoniando la sua straordinaria capacità di esplorare e integrare stili apparentemente antitetici. Nel 1932, Christian Zervos pubblicò il primo volume del monumentale Catalogo Ragionato delle sue opere, mentre Picasso si avvicinava agli ambienti del Surrealismo, pur mantenendo sempre una sua peculiare autonomia creativa.
Rientrato in Spagna per un breve periodo, lasciò il paese agli albori della Guerra Civile. Quando il governo repubblicano spagnolo gli commissionò un'opera che rappresentasse la Seconda Repubblica Spagnola all'Esposizione Universale di Parigi del 1937, Picasso rispose con la potente e straziante tela "Guernica", una denuncia universale degli orrori della guerra e della violenza. La sua fama era ormai consolidata a livello internazionale, e nel 1939 il Museum of Modern Art (MoMA) di New York organizzò la monumentale mostra "Picasso: Forty Years of his Art", consacrando definitivamente la sua arte anche oltreoceano.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Picasso scelse di rimanere in Francia, vivendo gli anni dell'occupazione. Nel novembre del 1944, dopo la Liberazione di Parigi, il Salon d'Automne gli dedicò una significativa retrospettiva, celebrando la sua resilienza artistica e il suo ruolo di figura centrale nella cultura francese. Nel dopoguerra, la sua inesauribile curiosità lo spinse a esplorare diverse tecniche artistiche: approfondì la litografia nell'atelier di Fernand Mourlot, un maestro stampatore, e nel 1947 iniziò la sua prolifica produzione ceramica nella cittadina di Vallauris, nel sud della Francia, dando vita a opere di sorprendente originalità e vitalità. Nello stesso periodo, collaborò con il tipografo Arnéra, dedicandosi all'incisione su linoleum, una tecnica che predilesse per la realizzazione di vivaci poster promozionali per Vallauris e per le sue esposizioni personali. Nel 1953, vennero organizzate importanti retrospettive a Roma e Milano: in quest'ultima occasione, grazie alla mediazione di Attilio Rossi, il monumentale "Guernica", temporaneamente giunto dall'America, fu esposto nella suggestiva Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale. Seguì un periodo di intensissima produttività e di relativo isolamento creativo. Nel 1968, espose la celebre "Suite 347" alla Galerie Louise Leiris di Parigi: 347 incisioni che toccavano tutti i temi ricorrenti nella sua vasta opera, mescolando con audacia tecniche e stili incisori differenti. Vista la sua tarda realizzazione, questa serie si inserisce in un contesto di profonda revisione e rilettura dei grandi maestri della sua formazione, in un momento di riflessione in cui visioni del passato e del presente si intrecciavano in un'attività quasi testamentaria.
Pablo Picasso si spense serenamente nell'aprile del 1973 nella sua ultima dimora, la pittoresca masseria di Notre-Dame-de-Vie a Mougins, lasciando un'eredità artistica sconfinata e rivoluzionaria che continua a influenzare e ispirare artisti e intellettuali di tutto il mondo. La sua instancabile sperimentazione, la sua capacità di reinventare costantemente il linguaggio visivo e la sua profonda comprensione dell'animo umano lo consacrano come un gigante indiscusso dell'arte moderna e contemporanea.




