top of page

Multipli originali d’autore vs. riproduzioni: quali sono i criteri per classificare le “opere seriali” come “originali d’autore”?

  • Immagine del redattore: Stefanini Arte
    Stefanini Arte
  • 11 feb
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 18 mag



Lucio Fontana - Concetto spaziale,1965 - serigrafia con fori - cm 69,5x49,5 - edizione limitata di 90 esemplari.
Lucio Fontana - Concetto spaziale,1965 - serigrafia con fori - cm 69,5x49,5 - edizione limitata di 90 esemplari.

Per multiplo originale d’autore si intende un’opera grafica (acquaforte, litografia, xilografia, serigrafia ecc.)  pensata dall’artista per essere realizzata in più esemplari tramite una matrice  da lui incisa direttamente oppure creata su suo disegno apposito. Si tratta di opere d’arte eseguite su un preciso progetto dell’artista rivolto alla stampa di una tiratura, ossia di un numero predeterminato e limitato di esemplari (edizione) la cui realizzazione viene da lui curata in tutte le sue fasi collaborando con lo stampatore e l’editore.

Quest’ ultimo e’ l’unico soggetto responsabile della produzione di un’edizione.

Un bon à tirer ( B.A.T ), tradotto dal francese come “buona a tirare”, si riferisce alla prova di stampa giudicata dall’autore meglio riuscita, o più rispondente alle sue aspettative, e valida come indicazione precisa e guida per lo stampatore, che dovrà ad essa uniformare la tiratura.

L’artista cura la realizzazione del multiplo (in base alla tecnica che ha scelto di utilizzare), appone la sua firma a matita su ogni prova e la numera secondo il criterio numero della stampa/tiratura (per es. 1/150 significa che è la prima stampa numerata su una tiratura di 150 esemplari)

Questa fase gli consente di controllare la tiratura e contemporaneamente di eliminare eventualmente le prove che non lo soddisfano appieno.

Le prove d’autore (P.A.) e/o fuori commercio (H.C.) dovrebbero essere sempre dichiarate dall’editore per conoscere il totale complessivo della tiratura e il numero delle P.A non dovrebbe superare il 10% dell’edizione finale.

Successivamente l’artista procede con la biffatura della lastra o matrice originale, rendendola inutilizzabile o, secondo le indicazioni della Dichiarazione di Venezia del 1991, la segna, perfora o taglia in una parte della superficie in modo evidente, per provare inequivocabilmente l’avvenuta stampa della tiratura e impedire la produzione di ulteriori esemplari.

È abbastanza comune trovare acqueforti o litografie nella cui descrizione si fa riferimento alla “lastra firmata”. Ciò significa che l’artista ha firmato la lastra o la pietra e quindi la firma è stata impressa, insieme all’immagine trasferita, su ognuna delle “copie” che appartengono alla serie. Ma in questi casi è molto usuale che l’artista non firmi a mano ogni esemplare, anche se può essere numerato. Ciò non significa che queste opere con la firma timbrata possano non avere alcun valore, per determinare questo, dovremmo prendere in considerazione altri fattori, ad esempio se si tratta di un’edizione originale creata mentre l’artista viveva o se si tratta di un’edizione creata dopo la morte dell’artista e basata su un’opera già esistente (D’apres, After)

Al contrario una riproduzione, anche autorizzata dall’artista stesso, ma da lui non firmata o comunque non concepita come multiplo originale, non può essere considerata tale; come pure manifesti, poster, volantini, cartoline, anche se recanti l’autografo dell’artista, non sono multipli originali d’autore.

Inoltre, è fondamentale che stampe e multipli d’arte siano accompagnati da un certificato di autenticità firmato dall’artista o dall’editore, che dichiari l’effettiva paternità dell’opera e riporti il numero totale degli esemplari prodotti.

Per qualsiasi domanda contattaci a info@stefaniniarte.it


bottom of page