Mario Guido Dal Monte
- Stefanini Arte

- 3 nov
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Nasce a Imola nel 1906. Le particolarità di questo pittore sono numerose, il sottotitolo stesso della mostra a lui dedicata ne riassume alcune: dal Futurismo all'Informale, al Neoconcreto attraverso le avanguardie del Novecento.
Autodidatta, dalla vita artistica ricca e variegata, inizia la produzione nel 1926 dopo la visita alla XV Biennale di Venezia, in cui si accosta al Futurismo e inizia rapporti con Filippo Tommaso Marinetti e Giacomo Balla. In breve nasce a Imola il Gruppo Futurista Boccioni, Dal Monte espone alle mostre futuriste, e nel 1928 partecipa per la 1° volta alla Biennale di Venezia, presentando 2 opere oggi disperse: 'Veglionissimo' e 'Nevicata'. Fonda a Imola una Casa d'Arte Futurista, si dedica alla ceramica d'arte per la bottega Gatti di Faenza. Le mostre tra il 1929 e il 1930 segnano già il suo passaggio dal Futurismo verso un lirismo magico stile Novecento, declinato in maniera personale. Nel 1931 espone nella Galleria Der Sturm a Berlino, entra in contatto con le avanguardie europee: Marc Chagall, Vasilij Kandinskij... Per la V Triennale di Milano nel 1933 sono le pitture murali per la Casa Appenninica progettata in stile razionalista. La Casa d'Arte Futurista nel frattempo si trasforma in "Studio Magudarte" (esempio di casa d'arte a Imola, pensata come 'opera d'arte totale' il cui progetto doveva spaziare dall'oggettistica alla moda, alla pubblicità, dalla pittura murale all'arredo e all'architettura). Nel 1934, nel 1936 è di nuovo alla Biennale di Venezia.
A metà anni degli anni 30 la sua ricerca si sposta verso astrattismo e scelte non-figurative vicino alla Galleria del Milione (MI), per la Cassa di Risparmio di Imola esegue 5 pannelli celebrativi dei valori del lavoro e del risparmio. Dalla 2°metà degli anni 40 si avvicina al Surrealismo astratto. Dopo il 1945 futuristi ed ex-futuristi non hanno vita facile soprattutto in Emilia-Romagna, e la riscoperta del loro fitto lavoro pare una novità di questi nostri ultimi tempi, dopo un lunghissimo immotivato ostracismo. Espone comunque ancora nel 1948 alla XXIV Biennale di Venezia, e a Roma. Nel 1949 la mostra alla galleria milanese A. Salto, sede delle attività del Movimento Arte Concreta, simboleggia l'adesione dell'artista alla poetica del gruppo.
Nel 1950 è alla Biennale di Venezia, nel 1951 alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, e a Parigi. In questi anni realizza una tempera murale per la sua casa in stile razionalista, da lui progettata insieme agli arredi. Nel 1953 è a Roma e a Milano, in contatto anche con Giò Ponti. A metà degli anni 50 Dal Monte si avvicina alla ricerca "informale", espone a Parigi nel 1957, a Firenze, Torino, Roma nel 1958, e nel 1959 allestisce una personale a Milano e a Roma. All'inizio del 1961 è ancora a Londra e a Venezia. Negli anni 60 si allontana dal linguaggio informale per ritornare alla ricerca, questa volta in stile "optical", proposto al III Premio Sassari nel 1972.
La sua attività ridiventa intensa negli anni 80: i dipinti di questa fase presentano un dinamismo "neofuturista" e sono esposti nell'antologica a Rimini (1986). Alla fine degli anni 80 la sua ricerca compie ancora un passo in avanti con opere "neoconcrete" di forte matericità. Muore a Imola il 2 gennaio 1990. Una vita dedicata alla pittura lunga e fruttuosa, nel segno dell'arte e della modernità: del moderno ha molto, compreso spirito di ricerca continua e incessante sperimentazione di pressoché tutti gli stili e le avanguardie, insieme alla concezione dell'opera d'arte totale intesa come comprensiva di pittura, scultura, oggettistica, arredi, architettura. In questo senso Dal Monte, interpretando in maniera personale così numerosi stili e tendenze del suo e nostro tempo, assurge ad emblema della nostra epoca, caratterizzata da velocità, dal bisogno di rinnovarsi, da evoluzione continua, dall'impossibilità di fermarsi, forse uno dei vantaggi (ma anche delle maledizioni) dell'essere moderni: indipendenza e individualismo rispetto al mondo circostante, ma anche obbligo continuo di ridefinirsi in un contesto che cambia vorticosamente connotati e significati, e sfugge via.




