Jean Cocteau
- Stefanini Arte

- 25 mag
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Aggiornamento: 3 giu

Jean Maurice Eugène Clément Cocteau (Maisons-Laffitte, 5 luglio 1889 – Milly-la-Forêt, 11 ottobre 1963) fu una figura centrale dell'arte e della cultura francese del XX secolo. Poeta, romanziere, drammaturgo, sceneggiatore, regista, attore, critico e disegnatore, Cocteau incarnò lo spirito inquieto e innovatore del suo tempo, attraversando con audacia i confini tra le diverse discipline artistiche e lasciando un'impronta indelebile nel panorama culturale europeo.
La sua precoce vocazione letteraria si manifestò nel 1909 con la pubblicazione della raccolta di poesie "La Lampe d’Aladin", che lo introdusse nei salotti letterari e artistici della Belle Époque parigina. In questo ambiente effervescente, Cocteau entrò in contatto con figure di spicco come Marcel Proust, Erik Satie e Pablo Picasso, intessendo relazioni che avrebbero influenzato profondamente il suo percorso creativo.
Un momento cruciale nella sua formazione fu l'incontro con Sergeij Djaghilev, l'impresario visionario dei Ballet Russes. La loro collaborazione culminò nel 1917 con "Parade", un balletto rivoluzionario per il quale Cocteau scrisse il libretto, Satie compose la musica e Picasso realizzò le scenografie e i costumi. Questo evento, definito da Guillaume Apollinaire "una sorta di surrealismo" prima ancora della nascita ufficiale del movimento, rappresentò una sintesi inedita di musica, poesia e arti visive, segnando una tappa fondamentale nello sviluppo dell'arte moderna e consacrando Cocteau come un innovatore audace.
Dopo la parentesi traumatica della Prima Guerra Mondiale, nel 1918 Cocteau strinse un'intensa e formativa amicizia con il giovane Raymond Radiguet, un talento precoce che avrebbe esercitato su di lui un'influenza significativa sia a livello personale che artistico. La prematura scomparsa di Radiguet nel 1923 fu un colpo devastante per Cocteau, che lo spinse verso la dipendenza dall'oppio. Questo periodo oscuro, tuttavia, fu anche fertile dal punto di vista creativo, portando alla stesura di uno dei suoi romanzi più celebri e inquietanti, "Les Enfants terribles" (1929), un'esplorazione claustrofobica delle dinamiche familiari e dell'adolescenza.
Gli inizi degli anni Trenta segnarono l'esordio di Cocteau nel mondo del cinema, un medium che avrebbe sfruttato con originalità e visionarietà. Il suo primo lungometraggio, "Le Sang d’un poète" (1930), fu un'opera sperimentale e onirica che anticipava molte delle tematiche e delle tecniche del cinema d'avanguardia. In questi stessi anni, la sua vena drammaturgica si espresse con "La Machine infernale" (1934), una rilettura potente e moderna del mito di Edipo, che rivelava la sua fascinazione per la mitologia greca, un tema ricorrente nella sua opera.
Dopo un periodo di relativa quiete, Cocteau tornò al cinema con rinnovato vigore nel dopoguerra. Nel 1946 diresse "La Belle et la bête", una trasposizione fiabesca di straordinaria bellezza visiva con Jean Marais come protagonista, che divenne un classico del cinema fantastico. Seguirono, tra il 1947 e il 1948, "L’Aigle à deux têtes" e "Les Parents terribles", entrambi adattamenti cinematografici di suoi successi teatrali, confermando la sua abilità nel trasporre la sua visione artistica attraverso diversi linguaggi espressivi.
La sua passione per la mitologia, che permeava gran parte della sua produzione letteraria e cinematografica, trovò un'ulteriore espressione nelle decorazioni pittoriche che realizzò negli anni Cinquanta. La Cappella di Saint-Pierre a Villefranche-sur-Mer, con i suoi affreschi vibranti e stilizzati, e le decorazioni nel comune di Mentone, testimoniano la sua versatilità artistica e la sua capacità di reinterpretare temi classici con un linguaggio contemporaneo.
Il riconoscimento del suo contributo alla cultura francese culminò nel 1955 con la sua elezione all'Académie Française e all'Académie Royale de Belgique, onorificenze che sancirono il suo ruolo di intellettuale di spicco. Nel 1959, diede alla luce uno dei suoi lavori grafici più originali, l'album "Gondole des morts", un'edizione parziale curata in Italia dall'amico artista Fabrizio Clerici per l'editore Scheiwiller. Clerici avrebbe poi illustrato l'edizione della pièce teatrale di Cocteau "Les Chevaliers de la Table ronde" (1937), testimoniando il profondo legame tra i due artisti.
Jean Cocteau si spense l'11 ottobre 1963 nella sua residenza di Milly-la-Forêt, lasciando un'eredità artistica multiforme e innovativa che continua a influenzare e affascinare le generazioni successive. La sua capacità di spaziare con disinvoltura tra poesia, teatro, cinema e arti visive, unita alla sua sensibilità acuta e al suo spirito d'avanguardia, lo consacrano come una delle figure più emblematiche e complesse del Novecento europeo.
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