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Giosetta Fioroni

  • Immagine del redattore: Stefanini Arte
    Stefanini Arte
  • 25 mag
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 3 giu


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Giosetta Fioroni nasce nel 1932 a Roma dove vive e lavora. Tra le figure artistiche italiane più importanti del secondo novecento, Fioroni ha attraversato e accompagnato le esperienze artistiche più significative della sua città, a partire da quel famoso sodalizio che, agli inizi degli anni Sessanta, la vedeva affiancata a Tano Festa, Schifano, Kounellis e altri, fautori in quegli anni, della tendenza Pop in Italia. Sono di questo periodo diversi smalti su tela rappresentanti figure anodine ispirate alla realtà quotidiana delineate con pochi tratti ed una oggettività grafica capace di rendere il soggetto rappresentato simile ad una fotografia molto contrastata. Negli anni Settanta, Fioroni sposta il proprio interesse verso l’allestimento di minuscoli teatrini: parodie simboliche della realtà e dei rapporti umani visti attraverso l’occhio metafisico degli oggetti inanimati all’inteno di impianti scenografici. Ma di questa artista si ricordano forse meglio le innumerevoli carte, disegni e calligrammi che compongono l’universo affettivo e interiore. “Negli ultimi dieci anni” scriveva Fioroni nel 1979, “il mio lavoro è stato una lunga e articolata riflessione sulla Memoria. Una visita e un recupero delle emozioni, delle idee, delle cose... del passato. (...) il senso dello scrivere degli anni infantili”. A partire dagli anni Ottanta sino ad oggi, Fioroni recupera in pieno il gusto per la pittura in linea con la più generale tendenza alla riscoperta dei materiali e delle tecniche tradizionali dell’arte. Pur non tralasciando il calligrafismo e l’utilizzo di una figurazione stilizzata, l’artista è immersa ora in un mondo sospeso tra espressione intensa e coloristica da un lato, e forza strutturante del disegno dall’altro. “Tra i moltissimi frammenti visti, letti, visitati” scrive l’artista, “ricordo soprattutto il mondo pittorico dei Tiepolo, di Gian Domenico. Il senso del travestimento, della maschera, della bautta nei quadri di Longhi e Guardi. Le serpeggianti architetture (...) i perimetri delle comici che sottolineano il sublime Vuoto atmosferico (...) tutti questi spunti così eterogenei, filtrati nella sensibilità, hanno un collante malinconico: il sentimento della fine. I quadri vogliono essere dolenti ideogrammi di tutto ciò. Sin nella scelta di ‘stile’, sia dove la sola superficie è documento emblematico tra segno e non colore”. Giosetta Fioroni ha collaborato con diversi scrittori, ha illustrato libri, pubblicato poesie, fiabe, interviste, interventi e memorie, raccolte di immagini, ceramiche, formelle, fotografie, serigrafie, pitture e sculture.

Il suo esordio espositivo è dei più prestigiosi, partecipa infatti, nel 1956, alla Biennale di Venezia.

Certo anche le successive collettive non sono meno rilevanti, ricordiamo: 1957, “Pittori italiani alla Rome - New York - Art-Fundation”; 1958, “Realités Nouvelles”, Parigi; 1960, “Contemporary Italian Art all’Illinois Institute of Tecnology”, Chicago; 1964, di nuovo la Biennale di Venezia; 1966 vince il premio Spoleto; 1967, “Arte moderna italiana”, Gemeentemuseum, L’Aja, Olanda; 1970, “Vitalità del Negativo nell’Arte Italiana 1900-1970”, Palazzo dell’Esposizione, Roma; 1972 terza partecipazione alla Biennale di Venezia. Nel 1973, “Combattimento per un’immagine”, Museo d’Arte Moderna,

Torino; 1974, azione con Boatta, Bonacelli e Bussotti per una cartella del Segnapassi alla Galleria Tartaruga di Roma. 1976, “Disegno in Italia” a cura di A.Bonito Oliva alla Galleria Canaviello di Roma; 1977, “Arte in Italia, ‘60-70”, Galleria Civica d’Arte Moderna, Torino; 1978, “Metafisica del quotidiano” alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna. 1979, GrafiK, Biennale di Heidelberg; “Testuale” a cura di F. Caroli e L. Caramel, Rotonda della Besana, Milano; “Ars Combinatoria”, a cura di R. Barilli alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna e al Palazzo Reale di Genova; 1981, “La linea della ricerca artistica in Italia, 1960-1980” a cura di Nello Ponente, Palazzo delle Esposizioni, Roma;

1982, “Generazioni a confronto” a cura di S.Lux, Istituto di Storia dell’Arte, Roma; “Arte italiana, 1960-1982”, Heyward Gallery, Londra; 1983, “Critica ad arte” a cura di A. Bonito Oliva, Palazzo Lanfranchi, Pisa; “La scuola di Piazza del Popolo”, Galleria La Tartaruga, Roma; 1985, “Aspetti della

Pop Art”, Centro Talamone, Lecce. 1986, “Arte italiana nel I960”, Museo Sperimentale di Rivoli, Torino. 1988, “Disegno italiano dal dopoguerra ad oggi”, Civica Galleria di Modena e Frankfurter Kunstverein. 1989, “Orientamenti dell’arte italiana, ‘47-‘88”, Mosca e Leningrado.

Le personali sono innumerevoli, ricordiamo tra le più importanti sino ad oggi: 1961, presso la Galleria La Tartaruga, punto di riferimento degli artisti della cosiddetta “Scuola di Piazza del Popolo” che è il nucleo centrale della Pop Art italiana. 1965, Galleria II Naviglio, Milano. 1972, si allestisce la prima grande antologica di Giosetta Fioroni presso il Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Nel 1979 sarà la volta della seconda importante antologica presso la Casa del Mantegna a Mantova. Nel 1982, Galleria Cinquetti, Verona. 1984, Galleria Giulia, Roma. 1986, Palazzo dei Diamanti, Ferrara. 1989, Galleria dell’Oca, Roma e nel 2001 la Camera dei deputati ha ospitato una sua mostra personale nel complesso monumentale di Vicolo Valdina. Nel marzo 2003 il Comune di Roma le dedica una grande retrospettiva, dal titolo La Beltà, opere dal 1963 al 2003, al Museo dei Mercarti di Traiano, a cura di Daniela Lancioni e Federica Pirani. Nel marzo 2004 il Centro Studi Arte Contemporanea di Parma organizza una dettagliata retrospettiva dagli anni Sessanta in poi, curata da Gloria Bianchino. Nel 2013 tiene la sua prima personale nordamericana al Drawing Center di New York, Giosetta Fioroni: L’Argento, che in seguito si recherà alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nel 2015 il Centre Pompidou di Parigi acquisisce una delle sue opere degli anni d’argento, un dipinto della serie Argenti degli anni ’60 intitolato Gli Occhiali. Nello stesso anno Marco Rossi arte contemporanea di Milano organizza la mostra personale Frammenti d’Argento con apparizione. Nel dicembre 2015 il Museo MADRE di Napoli presenta, in una delle sue sale, la mostra I teatrini-presepi, a cura di Marco Meneguzzo e Pietro Mascitti. Nel maggio 2017 è invitata a partecipare alla sezione Frieze Projects program at Frieze New York 2017 con la sua performance La Spia Ottica curata da Cecilia Alemani e partecipa anche alla mostra collettiva TV 70: Francesco Vezzoli guarda la Rai alla Fondazione Prada a Milano. A settembre 2017 espone Giosetta Fioroni. Roma anni 60 ’al MMOMA – Moscow Museum of Modern Art.

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