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Alessandro Mendini

  • Writer: Stefanini Arte
    Stefanini Arte
  • Sep 22
  • 3 min read

Updated: 4 days ago

Alessandro Mendini

Alessandro Mendini è nato a Milano nel 1931 e si è laureato in Architettura al Politecnico di Milano. La sua natura eclettica lo ha spinto sin dalla giovane età a occuparsi di numerose attività. Oltre alla professione di architetto e progettista, è stato socio fondatore della Global Tools, libera scuola per la creatività individuale, e ha assunto la direzione di prestigiose riviste quali Casabella (dal 1970 al 1976), Modo (dal 1977 al 1981) e Domus (dal 1979 al 1985).Riviste che, in alcuni casi, ha risollevato da un vero e proprio letargo, ridando loro vitalità grazie a un cospicuo apporto culturale e ideologico.


Nel 1976 nasce il gruppo Alchimia, di cui Mendini diventa socio e, soprattutto, teorico, proponendo un coinvolgimento di tutti i settori: industria, artigianato e arte. Questi progettisti si propongono di risolvere — impresa non certo facile — il conflitto tra modernità e postmodernità, promuovendo un recupero delle tecniche artigianali, creando oggetti del quotidiano modificati e defunzionalizzati, operando un ritorno all’assemblaggio e affermando la priorità della decorazione dell’oggetto banale.


Mendini si pone dunque il problema dei movimenti storici delle avanguardie del modernismo di fronte all’evidente crisi della modernità e alla sempre più rapida evoluzione tecnologica. Egli parla della contemporaneità come divisa fra due caratteristiche:

“quella decadente, carica di istanze che devono morire, e quella piena di istanze opposte, di carattere primitivo, che potrebbero porre le basi di tutte le teorie dell’inizio del 2000.”

Mendini afferma di fare dell’artigianato con materiali tecnologici, condizionato dalle immagini dell’informatica, ma poi di dipingere con i pennelli. Negli ultimi anni emerge in lui un interesse particolare per l’arte e per lo spazio esclusivamente pittorico. Anche per Alchimia le funzioni e le forme della casa devono essere subordinate ai simboli pittorici, e il progettista può diventare pittore attraverso il “decoro”: in questo modo il progetto non sarebbe più dominio dell’oggettività e la pittura non più soltanto espressione del soggettivo.

I quadri di Mendini sono solo apparentemente “freddi”, ma sono soprattutto lontani da ogni etichetta di “nuova geometria” e nascondono una rara armonia di forme e colori. Sono tavole comiche dipinte o semplicemente tele a olio, in cui si ritrovano gli stilemi formali, simbolo della teoria mendiniana. Così estrapolati, assumono un valore fortemente espressivo e al tempo stesso armonioso e onirico.

Mendini afferma infatti:

“Lo stile è una sorta di maniera organizzata di far transitare degli stilemi che ti interessano, farli circolare nel tuo cervello e restituirli disegnati. Io raccolgo qualcosa dell’epoca egiziana, raccolgo dal futurismo, dal cubismo, poi rielaboro secondo dei concetti che sono quelli dell’ermafrodita, del banale, del cromatico; e questo rapporto crea uno stile che poi, in realtà, si configura come metodo di lavoro. Lo stile è una cosa diversa se si parla di design o se si parla di arte, perché l’artista ha gradi di libertà maggiori rispetto a un progettista, che lavora sempre con un’équipe.”

Alessandro Mendini ha fatto parte parte del comitato scientifico della scuola Les Ateliers di Parigi ed è stato membro onorario della Basel Academy of Art and Design di Gerusalemme e coordinatore della Biennale Internazionale dell’Artigianato di Venezia. È stato professore ordinario alla Hochschule für Gestaltung di Vienna e ha svolto attività didattica in numerose scuole e università.


Nel 1978 ha pubblicato per l’editoriale Domus il libro Paesaggio casalingo. Nel 1979 ha ricevuto il Compasso d’Oro per il design. Nel 1981 ha pubblicato per Shakespeare and Company Architettura addio e nel 1982 per Ricerche Design Progetto infelice. È Chevalier des Arts et des Lettres in Francia.


Mendini scompare a Milano nel 2019.

 
 
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